Domande di oggi

27/09/2016

Quando il turismo si può definire accessibile?


E quindi ben venga che oggi, martedì 27 settembre, arrivi la Giornata mondiale del turismo che quest'anno è dedicata proprio al "turismo per tutti" a ricordare che proprio l'accessibilità può e deve essere uno dei caposaldi del viaggiare, uno dei fenomeni che più dovrebbero essere liberi e democratici al mondo.

 

Cinzia Conti, «E' la Giornata del turismo: festa con l'hashtag #tourism4all», Ansa, 25 settembre 2016.

 

 

La risposta in un Pixel

 

«Se è vero che senza attrazioni non ci sarebbe turismo e che le attrazioni sono ciò che richiama e muove i turisti da casa, è altrettanto vero che non ci potrebbe essere turismo neppure senza tutti quei servizi che consentono ai viaggiatori di trattenersi lontano da casa, ovvero:

· in primis, i servizi di ricettività – alberghiera, extralberghiera o alternativa […];

· ristoranti, bar, caffè e tutti gli altri pubblici esercizi che consentono al visitatore di rifocillarsi […];

· e infine facilites di supporto, che servono sia i viaggiatori sia la popolazione residente […].

Molto spesso tutti questi servizi sono forniti da imprese di piccole/medie dimensioni e, se da un lato, ciò è positivo per l’economia locale, in quanto le ricadute economiche che il turismo può generare rimangono sul territorio, dall’altro può essere negativo se queste aziende non hanno capitali ed esperienza adeguati a garantire standard di servizio accettabili.

Qualunque sia la loro natura, perché questi servizi possano essere rilevanti dal punto di vista turistico, è importante che siano accessibili, sia in termini di localizzazione (vicino alle attrazioni e alle altre facilities a supporto dei visitatori), sia per la loro capacità di soddisfare le esigenze dei viaggiatori (orari di apertura, conoscenza delle lingue straniere ecc.).

Se il numero e il mix di servizi offerti è buono, queste facilities possono contribuire ad aumentare la domanda turistica, sia per ciò che riguarda il numero di arrivi, sia per quello che concerne la durata del soggiorno.

Le facilities contribuiscono a far sì che i turisti possano godere appieno della destinazione e tendono a essere collocate in prossimità delle attrazioni, secondo una logica di complemento. Un certo livello di servizi è necessario perché una destinazione venga presa in considerazione dai visitatori: se il livello delle facilities è carente, la destinazione non sarà considerata e le verranno preferite altre mete. Allo stesso tempo, però, la sola presenza di facilities e servizi di alto livello non attrarrà automaticamente più visitatori; perché ciò accada dovranno essere presenti attrazioni in grado di richiamare visitatori. È necessario però segnalare come vi siano facilities che possano in un certo qual modo essere considerate esse stesse allo stesso tempo anche delle attrazioni: caso emblematico è quello di un resort in riva al mare che offre la possibilità di praticare sport acquatici così come di godere in tutta tranquillità della spiaggia privata dell’hotel; contribuendo a soddisfare i bisogni ricreativi dei turisti, è in grado infatti di attirare esso stesso visitatori che lo scelgono come meta delle proprie vacanze (a riprova di questo si può notare come in certe realtà i turisti tendano a non uscire mai dal resort per tutta la durata del soggiorno).

Non va infine dimenticata l’accessibilità della destinazione stessa; ogni destinazione deve parte della propria popolarità al fatto di essere più o meno raggiungibile. E se da un lato troviamo le destinazioni meta del turismo di massa che devono il loro successo al fatto di essere comodamente e velocemente accessibili dai grandi centri urbani, all’estremo opposto vi sono quelle mete che hanno fatto del loro isolamento un punto di forza nel definire un posizionamento esclusivo. Senza dimenticare che l’accessibilità di un’area rispetto a un determinato mercato deve essere valutata, come già osservato, in termini di tempo, costo, frequenza e confort.»

 

Per saperne di più: Pixel Turismo

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