Domande di oggi

21/05/2016

Apple e Nokia: qual รจ la strategia per risollevarsi?


Nei giorni scorsi Nokia ha annunciato che ricomincerà a produrre telefonini. Per augurare buona fortuna alla multinazionale finlandese, il Telegraph di Londra presenta la lista delle aziende considerate finite e che successivamente si sono incredibilmente risollevate.

[…]

La storia più celebre di un’azienda data per morta che si risolleva è indubbiamente quella di Apple. Anzi, Cupertino fa di più. Diventa la multinazionale più potente al mondo. Tutto merito di Steve Jobs che dopo essere stato cacciato dalla Apple nel 1985, riprende le redini della società quando è sull’orlo del fallimento e la trasforma in un marchio unico e all’avanguardia.

 

Francesco Tortora, «Nokia e gli altri: marchi dati per morti e risorti», Corriere della Sera, 21 maggio 2016

 

 

La risposta in un Pixel

 

La parola strategia nasce […] nell’ambito militare ed evoca la guerra. Due domande:

  • è solo combattendo che è cresciuta Apple?
  • contro quali avversari?

 

La risposta alla prima domanda è no. Apple è cresciuta nel quindicennio da noi considerato [1997-2012] privilegiando la strategia che W. Chan Kim e Renée Mauborgne hanno definito oceano blu, offrendo cioè ai potenziali clienti prodotti assolutamente innovativi invece che andare a combattere in oceani rossi per il sangue sparso nelle lotte. Ha creato sconvolgimenti enormi (l’espressione big-bang disruption coniata da Larry Downes e Paul F. Nunes rende bene l’idea), distruggendo ad esempio con l’iPhone la leadership di Nokia nella telefonia mobile, senza entrare mai – per l’innovatività del prodotto – in un vero scontro diretto con essa ma dedicandosi quasi esclusivamente alla conquista dei clienti: questo sino a quando non sono entrati in gioco i competitori veri (negli smartphone l’accoppiata Samsung-Google) e l’oceano ha iniziato a cambiare colore.

La risposta alla seconda domanda è resa complessa dalle enormi trasformazioni verificatesi nell’ICT, che hanno portato da un lato a lottare fra loro imprese che nei «gironi» precedenti erano ciascuna leader di comparti autonomi (Google nel search, Amazon nell’e-commerce, Microsoft nei sistemi operativi e nel software in genere per PC ecc.) e dall’altro a crescenti fenomeni di big-bang disruption in comparti in precedenza lontani (musica, libri, giornali, pagamenti ecc.). Ma è resa anche complessa dall’intersecarsi dei ruoli: Samsung, come detto, è il principale competitore di Apple negli smartphone e nei tablet, ma rimane anche (e lo rimarrà fino a quando Apple non riuscirà a portare a termine il tentativo di allentare i legami) un suo importante fornitore di componenti critici; Google è con Android il principale competitore di Apple nei sistemi operativi per smartphone e tablet, ma realizza una parte non piccola dei suoi ricavi per merito delle popolarissime app, tuttora (nonostante i tentativi di esclusione di Apple) operanti all’interno della quasi totalità degli iPhone e degli iPad; Apple a sua volta, pur non essendo mai entrato nel comparto dei giochi elettronici, è diventato forse il principale avversario delle imprese operanti nel comparto stesso (Microsoft, Sony e Nintendo) per l’uso sempre più diffuso dell’iPad come playstation.

 

Per saperne di più: Pixel Strategia

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