Esaurita la prima edizione. Prenotate tutte le copie della seconda. La direttrice del progetto: «A ruba come solo un romanzo di Grisham». Il 70% di chi lo vuole non è ebreo.
In Italia è già Talmud-mania. Da poco presentato all’Accademia dei Lincei, alla presenza del presidente della Repubblica Sergio Mattarella - che ha ricevuto una copia dalle mani del rabbino capo di Roma Riccardo Di Segni - il primo volume dell’opera sapienziale ebraica è andato esaurito in tre giorni.
Paolo Salom, «Gli italiani conquistati dal Talmud», Corriere della Sera, 21 aprile 2016
La riposta in un pixel
«Nell’ebraismo, abbiamo una serie di libri, che noi chiamiamo Bibbia, che hanno epoche di composizioni estremamente differenti (tra il secolo XI e il I a.C.). Questi, in forma embrionale, già dal III secolo a.C. erano stati racchiusi in canoni fissi ed erano considerati “rivelati”: il canone ebraico si chiude però solo alla fine del II sec. d.C.
Rispetto ai cristiani che chiamano Bibbia l’insieme di Antico Testamento e Nuovo Testamento, gli Ebrei accettano solo quello che noi chiamiamo Antico Testamento.
La tradizione ebraica distingue tre gruppi di libri componenti il canone:
- Pentateuco (5 libri) o Torah, che comprende: Genesi, Esodo, Levitico, Numeri, Deuteronomio;
- Profeti (Nabim), divisi in anteriori (i libri storici o narrativi, cioè Giosué, Giudici I e II, Re I e II) e posteriori (divisi in maggiori, cioè Isaia, Geremia ed Ezechiele, e minori);
- Scritti (Ketubim), tra cui annoveriamo i Salmi, il libro tardivo del profeta Daniele, libri più recenti della cui inclusione nel canone si discusse a lungo (Cantico dei Cantici, Ester), libri narrativi tardi o minori (Ezra, Neemia, Rut, Cronache), i libri sapienziali come Proverbi e Giobbe.
Venuto meno il Tempio, luogo unificato del culto e del sacrificio, diventano fondamentali per la vita religiosa le sinagoghe ove, anche prima della distruzione del Tempio, avveniva il cosiddetto «sacrificio della parola», cioè la lettura e la meditazione del testo sacro. La funzione che competeva al sacerdote passa al rabbino, il maestro che ha il compito di guidare i discepoli nei meandri dei misteri del testo sacro. Gli ebrei erano convinti che la Rivelazione divina fosse in parte avvenuta nella Sacra Scrittura, in parte oralmente di generazione in generazione fino ai rabbini: vigeva il divieto di metterla per iscritto, per timore che si confondesse con la legge scritta e ne assumesse lo stesso ruolo.
Infrangendo il divieto, a partire dal III secolo i rabbini cominciarono a mettere per iscritto la legge orale. La raccolta di norme che si impose su tutte le altre fu compilata a cavallo tra II-III sec. e fu chiamata Mishnah. Rispetto alla legge scritta che conteneva il principio generale, la legge orale codificata nella Mishnah indicava dettagliatamente le singole regole e le loro modalità di applicazione.
Nel III-VI sec. i rabbini delle scuole babilonesi e palestinesi fecero della Mishnah l’oggetto prevalente dei loro studi e i risultati – volti a spiegarla collegandola alla legge scritta, scioglierne le contraddizioni e trovare una risposta ai problemi – confluirono nella Ghemarah (cioè studio). L’insieme di Mishnah e Ghemarah costituiscono il Talmud, abbreviazione di Talmud Torah, cioè studio della legge.»
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