I muri di ferro e filo spinato eretti dai governi per sigillare le frontiere sulla rotta balcanica non preoccupano i trafficanti. I boss dell’immigrazione hanno già sperimentato un “percorso alternativo”: la via del mare che collega la Turchia all’Italia. Che, ora, potrebbe diventare il corridoio principale per fare entrare i migranti in Europa.
Giovanni Tizian, «I muri non fermano i migranti: le nuove rotte sono via mare», L’Espresso, 21 marzo 2016
La risposta in un pixel
«Il moltiplicarsi di traiettorie va a disegnare un quadro ben più complesso di quello che appariva nel passato, con il risultato che il numero di migranti nel mondo cresce continuamente e a ritmo sostenuto.
Saskia Sassen parla di una “globalizzazione delle migrazioni” che sarebbe, almeno in parte, una diretta conseguenza della globalizzazione economica. Quest’ultima, infatti, ha aumentato il divario in termini di ricchezza pro capite tra i paesi ricchi e quelli poveri con la conseguenza di spingere sempre più persone a emigrare al fine di migliorare la propria condizione economica.
Secondo le ultime stime delle Nazioni Unite, le migrazioni tra i paesi in via di sviluppo (all’interno del cosiddetto Sud del mondo) sono comuni tanto quanto quelle Sud-Nord. Tra i nuovi flussi possiamo citare le migrazioni dall’America latina e dall’Asia verso il Nord America, la mobilità all’interno dell’Asia, soprattutto verso la penisola arabica, le migrazioni verso le coste africane. Nel complesso, secondo le stime più recenti, il numero globale di migranti internazionali si sta avvicinando velocemente ai 250 milioni di individui, pari a circa il 3,5 per cento della popolazione mondiale.»
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