La Commissione ha formalizzato le accuse: «Restrizioni imposte ai produttori di smartphone e tablet Android e agli operatori di telefonia mobile».
Secondo il documento di Bruxelles, Big G si è macchiata di «abuso di posizione dominante» per «le restrizioni imposte» ai produttori di smartphone e tablet Android e agli operatori di telefonia mobile, a cui impone di pre-installare alcune sue app come Google Maps, GMail, Chrome e altri servizi di Mountain View. Secondo la commissione gestita da Margrethe Vestager, Google ha «attuato una strategia sugli apparecchi mobili per conservare e rafforzare il suo dominio nel campo delle ricerca internet». Violando quindi le regole Ue.
Federico Cella, «Android, Ue contro Google. “Abuso di posizione dominate”», Corriere della Sera, 20 aprile 2016.
La risposta in un pixel
«Se molte sono le analogie fra la strategia di impresa – una denominazione introdotta poco più di cinquant’anni fa per ribattezzare la business policy – e la strategia militare, tra le due esistono però alcune differenze fondamentali.
Una di queste è la rilevanza, nelle scelte strategiche di un’impresa, della presenza di regole del gioco e di arbitri, inesistenti o irrilevanti nelle strategie militari. In guerra tutto è ammesso, mentre le imprese si muovono in un contesto regolamentare complesso, con comportamenti eticamente molto diversi: attenti al completo rispetto delle regole a un estremo, o pronti a individuare tutte le possibili scappatoie legali (in gergo loophole) o propensi all’altro estremo ad assumersi i rischi di sanzioni anche pesanti pur di perseguire la profittabilità e creare valore.»
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