Domande di oggi

16/02/2016

Quale modello organizzativo identifica il termine taylorismo?


Una delle grandi conquiste della medicina contemporanea è l’aver fondato il proprio operare sulla cosiddetta «evidence based medicine», cioè su atti di cura costruiti attorno a modelli che hanno avuto una conferma sperimentale.

Conseguenza di questo indubbio progresso è stata l’adozione da parte dei sistemi organizzati di cura del termine «appropriatezza» come faro-guida. Si sono quindi diffusi comportamenti che devono rispondere a precise indicazioni, con modalità prefissate, tempi determinati, costi precisi; ma il processo di standardizzazione ha superato i propri confini, invadendo ogni spazio e divenendo il fulcro di ogni atto clinico.

Per esemplificare questo atteggiamento è stato coniato il temine di McDonaldizzazione della medicina, perché si sarebbe di fatto imposta una prassi simile a quella dei fast food della famosa catena americana. […] Le regole di efficienza, adottate nell’ipotesi che aumentino l’efficacia delle cure e che inducano un corretto bilancio tra costi e benefici, governano in modo rigido gli atti che si svolgono attorno al cittadino ammalato, imponendo ai diversi attori comportamenti schematizzati. Questa logica si ispira al taylorismo, che nel processo produttivo costringe ad adottare procedure strettamente predeterminate.

 

Marco Trabucchi, «La medicina contemporanea e il modello McDonald’s. Tra taylorismo, lotta agli sprechi e attenzione al paziente», Il Sole 24 Ore – Sanità24, 16 febbraio 2016.

 

 

La risposta in un pixel

 

«Ingegnere, consulente, organizzatore, formatore, imprenditore, a un certo punto della vita Taylor scoprì la sua missione: diffondere e far applicare una nuova concezione del lavoro, rivoluzionaria rispetto al

passato. In che cosa consisteva quella missione? In che cosa consisteva la rivoluzione dell’organizzazione scientifica del lavoro? In sintesi:

 

1.      lo sviluppo di conoscenze su basi scientifiche: che significa tradurre tutta una massa di nozioni tradizionali e di esperienze sul modo di lavorare in regole, leggi o addirittura formule matematiche;

2.      la selezione scientifica della manodopera: che significa studiare il carattere, la natura e il rendimento di ogni dipendente, sia per comprenderne i limiti sia per valutarne le potenzialità, aiutandolo poi a realizzarle;

3.      la preparazione e perfezionamento dei lavoratori su basi scientifiche: che significa mettere insieme scienza e lavoro, realizzare cioè la transizione da un tipo di organizzazione a un altro;

4.      la cooperazione intima e costante tra dirigenti e manodopera.

 

L’iniziativa degli operai (cioè il loro lavoro assiduo, la loro buona volontà, la loro ingegnosità) è ottenuta praticamente con assoluta regolarità.

Sul piano operativo e organizzativo, il sistema di Taylor introduce la direzione a struttura funzionale; la standardizzazione del macchinario, delle operazioni, dei metodi; lo studio dei tempi, con l’introduzione del concetto di compito definito e l’applicazione delle tariffe differenziali di cottimo; l’utilizzazione di appropriati strumenti di rilevazione e di controllo (strumenti per la rilevazione dei tempi, schede di istruzione, schemi per il flusso dei materiali e così via).

The Principles of Scientific Management (1911) è considerato il testo che più ha influenzato il destino della società industriale nel corso del XX secolo.»

 

Per saperne di più: Pixel Organizzazione

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