[...] È ben noto che varie attività umane sono collegate all’aumento dei tumori. Nello stesso modo in cui colpiscono la nostra salute, questi comportamenti potrebbero contribuire alle neoplasie anche in molte altre specie del nostro pianeta.
Viola Rita, «Gli esseri umani potrebbero causare i tumori anche nelle altre specie animali», Wired, 23 maggio 2018
La risposta in un Pixel
«Dagli anni Novanta, e con più forza negli ultimi quindici-vent’anni, si è assistito all’innesto dell’approccio darwiniano ed evoluzionistico nel dibattito sui metodi e gli strumenti concettuali della ricerca biomedica.
L’idea di fondo è che nel concepire la malattia si debba tenere conto di come ogni individuo sia espressione di un programma genetico. Tale programma rappresenta un prodotto storico dell’evoluzione, risultante dalla variazione genetica e dalla selezione naturale. Secondo la medicina evoluzionistica i fenomeni epidemiologici e la specifica vulnerabilità degli individui alle malattie, nonché i modi e i tempi con cui gli individui reagiscono a una patologia, dipendono anche da processi filogenetici. Una concettualizzazione e una spiegazione adeguate delle malattie devono allora considerare non solo le loro cause prossime, ma anche cause remote di tipo evoluzionistico.
Questa linea di ricerca solleva interessanti temi di riflessione relativi all’adattabilità della nostra specie, alla sua vulnerabilità, ai rapporti con l’ambiente e ai compromessi evolutivi a livello genetico».
Per saperne di più: Pixel Filosofia della scienza (II edizione)