Fino a qualche anno fa […] l’acquisto di un’abitazione o di un immobile strumentale costituiva un investimento. Ora, in particolar modo chi possiede una seconda casa o un capannone, sta vivendo un incubo. Tra Imu, Tasi e Tari, ad esempio, questi edifici sono sottoposti a un carico fiscale insopportabile.
Francesca Basso, «Casa-bancomat, sugli immobili pesano tasse per 40 miliardi», Corriere della Sera, 3 dicembre 2017
La risposta in un Pixel
«La finanza comunale è stata oggetto in questi anni di profonde riforme, ancora in corso di applicazione, oltre a essere inquadrata in vincoli derivanti dal riequilibrio dei conti pubblici – ormai sancito, come abbiamo visto, anche costituzionalmente.
I vincoli sono essenzialmente contenuti nel cosiddetto Patto di stabilità interno, che per i comuni con popolazione superiore ai 1000 abitanti regola il processo di formazione del bilancio (che deve prevedere un saldo finanziario nullo in termini di competenza) e pone limiti alla crescita delle spese e all’indebitamento.
Altri vincoli dovrebbero derivare da una rigorosa applicazione delle norme che prevedono la copertura dei servizi forniti dagli enti locali, totale per quelli produttivi e parziale per quelli alla persona.
Le riforme fanno riferimento, in primo luogo, alle entrate tributarie di competenza dei comuni, con un ruolo centrale attribuito alla tassazione degli immobili.
La IUC, Imposta Unica Comunale, colpisce sia il possesso di immobili, sia l’utilizzo di servizi comunali. È costituita da tre componenti: IMU, TASI e TARI.
L’IMU, Imposta Municipale Unica, ha come base imponibile la rendita catastale rivalutata del 5% e moltiplicata per un coefficiente che varia tra 55 e 160 in relazione alla tipologia di fabbricato (abitazione principale esclusa, a eccezione di quelle di lusso). Si applica inoltre alle aree fabbricabili, la cui base imponibile è data dal valore di mercato dell’area stessa. Le aliquote sono fissate dai comuni entro una forchetta compresa fra il 4 e il 10,6 per mille.
La TASI (Tassa sui Servizi Indivisibili) ha la stessa base imponibile dell’IMU, diventando di fatto un’addizionale dell’IMU. Si applica anche all’abitazione principale e in caso di abitazioni locate l’onere è ripartito far proprietario e locatario (per il quale l’onere non può superare il 30% dell’imposta).
Infine, la TARI (Tassa sui Rifiuti) è destinata a finanziare la raccolta e lo smaltimento dei rifiuti. Dovuta dall’utilizzatore dell’immobile, è calcolata sulla base di una tariffa calcolata dal comune.
Infine, i comuni possono applicare l’addizionale IRPEF, con l’aliquota dello 0,8%, aumentabile di 0,3 punti dai comuni che sono in grado di rispettare il Patto di stabilità interno.»
Per saperne di più: Pixel Finanza pubblica