«La ricerca di un lavoro è il motivo della migrazione in Italia per il 57% degli stranieri nati all’estero». Seguono ragioni legate ad aspetti familiari (39%), che rappresentano la spinta principale tra le donne. Lo rileva l’Istat, aggiornando i dati al secondo trimestre del 2014.
«Istat, più della metà dei migranti viene in Italia a cercare lavoro», www.corriere.it, 28 dicembre 2015
La risposta in un pixel
«Nell’attuale fase storica i movimenti migratori si dirigono prevalentemente, ma non esclusivamente verso i paesi sviluppati, con una media di quasi tre milioni di immigrati all’anno nel periodo 2000-2010. L’Europa presenta saldi migratori in forte crescita nell’ultimo ventennio, fino a toccare una media di oltre un milione e mezzo di immigrati all’anno nel decennio 2000-2010. Alcuni paesi europei di tradizionale emigrazione, come la Spagna o l’Italia, si sono rapidamente convertiti in paesi di destinazione di consistenti flussi migratori.
Le differenze nei livelli di vita tra paese di origine e paese di destinazione svolgono, come si è detto, un ruolo determinante nei processi migratori. Secondo l’Human Development Report (redatto dall’United Nations Development Programme) del 2009 tre quarti degli emigranti si spostano verso un paese con un Indice di Sviluppo Umano (HDI) superiore a quello del paese di origine. Inoltre, a trarre maggior vantaggio dall’emigrazione sono proprio i migranti provenienti dai paesi con un più basso indice di sviluppo umano: in media, grazie all’emigrazione, essi moltiplicano per quindici il proprio reddito (fino a 15mila dollari all’anno), raddoppiano la percentuale di inclusione nei processi educativi (dal 47 al 95 per cento) e riducono di sedici volte la mortalità infantile (da 112 a sette decessi ogni mille nascite).»
Per saperne di più: Pixel Economia internazionale