I grandi cambiamenti della Generazione della ricostruzione, l’impegno e le aspettative dei Baby boomers, le prime difficoltà della Generazione di transizione, lo smarrimento dei Millennials, trincerati in casa con i genitori e all’inseguimento di un lavoro che non c’è, fino all’alienazione della Generazione delle Reti, sempre connessi, cosmopoliti, con lo sguardo ormai irrimediabilmente rivolto verso gli altri Paesi. Il Rapporto Istat di quest’anno coincide con il novantesimo compleanno dell’Istituto, e non resiste alla tentazione di tracciare un efficace ritratto, una narrativa per dati dell'evoluzione del Paese dal dopoguerra ai giorni nostri.
Rosaria Amato, «Istat, i giovani del 2016: poco occupati, poco coinvolti, barricati in casa. E sei su dieci vivono con i genitori», la Repubblica, 20 maggio 2016
La risposta in un Pixel
«Alla base del concetto di generazione sta l’affinità di collocazione dei suoi appartenenti: l’essere nati nello stesso intervallo di anni e quindi l’esser cresciuti condividendo alla medesima età gli influssi degli eventi storici e del clima sociale della propria epoca e avendo davanti le sfide comuni del proprio tempo. Ogni generazione, quindi, è giovane a modo proprio, unico e irripetibile.
Studiare il cambiamento sociale con una prospettiva generazionale è […]ancora più importante in un’epoca di forte accelerazione, come quella attuale. I grandi mutamenti in atto quali la globalizzazione o la rivoluzione tecnologica sono vissuti in modo ben diverso dai giovani di oggi rispetto alle generazioni dei loro genitori, cosa che ha portato a una ridefinizione profonda delle tappe della transizione alla vita adulta.»
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