Rischio di una mega multa da tre miliardi di euro da parte della commissione europea per Google. Lo scrive il quotidiano inglese Sunday Telegraph. L’Unione europea accusa Google di promuovere i suoi servizi commerciali nelle ricerche su internet ai danni dei concorrenti.
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La commissione europea può multare le imprese fino al 10% del loro fatturato annuo. Nel caso di Google si potrebbe arrivare così a superare i 6 miliardi di euro. La maggiore sanzione comminata fino a oggi dall’Antitrust europeo è stata di 1,1 miliardi di euro al produttore di Microchip Intel nel 2009.
«Google nel mirino dell’antitrust Ue. Rischio multa da 3 miliardi di euro», Corriere della Sera, 15 maggio 2016
La risposta in un Pixel
«In Italia ha il compito di autorità antitrust dal 1990 l’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato, che nel suo sito si definisce «un’istituzione indipendente, che prende le sue decisioni sulla base della legge, senza possibilità di ingerenze da parte del Governo né di altri organi della rappresentanza politica», che «garantisce il rispetto delle regole che vietano le intese anticoncorrenziali tra imprese, gli abusi di posizione dominante e le concentrazioni in grado di creare o rafforzare posizioni dominanti dannose per la concorrenza, con l’obiettivo di migliorare il benessere dei cittadini»; che dal1992 ha anche «il compito di contrastare la pubblicità ingannevole delle aziende», che «dal 2007 tutela i consumatori (e dal 2012 anche le microimprese) dalle pratiche commerciali scorrette delle imprese» e che «dal 2004 applica la legge sul conflitto di interessi dei titolari delle cariche di Governo».
A livello comunitario l’attuazione della normativa a tutela della concorrenza (già prevista nel Trattato istitutivo del 1958 e poi affinata) è affidata alla Commissione europea, con un commissario europeo responsabile della politica della concorrenza e con una corrispondente Direzione Generale Concorrenza. A partire dal 2004 «è stato disciplinato il rapporto tra norme nazionali e comunitarie di tutela della concorrenza, introducendo, per i giudici e le autorità di concorrenza nazionali, un esplicito obbligo di applicazione del diritto antitrust comunitario alle intese e agli abusi di posizione dominante che possono pregiudicare il commercio tra Stati membri». È stata anche introdotta «una disciplina sul controllo preventivo di tutte le operazioni di concentrazione nelle quali il fatturato delle imprese interessate superi determinate soglie», che prevede che «prima di realizzare l’operazione le imprese debbano darne comunicazione alla Commissione che può vietare l’operazione allorché la concentrazione ostacoli in modo significativo una concorrenza effettiva nel mercato comune o in una parte sostanziale di esso, in particolare mediante la creazione o il rafforzamento di una posizione dominante».
Negli Stati Uniti – ove nel 1890 furono per la prima volta introdotte con lo Sherman Act norme volte a contrastare gli accordi collusivi fra imprese e gli abusi da posizione dominante, nonché a impedire fusioni e acquisizioni (M&A) che portassero a una eccessiva concentrazione (sino alla formazione di monopoli) e riduzione della concorrenza – sono la Federal Trade Commission, il Department of Justice, i governi statali e i privati che possono adire ai tribunali nei casi in cui vengano ravvisate violazioni delle leggi antitrust.»
Dal glossario del Pixel Strategia