Domande di oggi

22/05/2017

Quanto a lungo possiamo vivere?


Nel 2015 la speranza per gli uomini è stata di 80,1 anni, 84,7 anni per le donne, in calo rispetto all’anno precedente. Il motivo: è diminuito l’impegno per la prevenzione.

80,1 anni per gli uomini, 84,7 per le donne: è la speranza di vita degli italiani nel 2015. La notizia è che per la prima volta nell’intera storia del nostro Paese le cifre sono in calo, come annunciato dall’Istat recentemente. Nel 2014, l’aspettativa alla nascita era di 80,3 anni per gli uomini e 85 per le donne. Pochi mesi di differenza con l’anno successivo, ma il trend è significativo e merita una spiegazione. Che sta in una sola parola: prevenzione. Se ne fa meno. E per una volta non è una questione esclusiva di Nord e Sud: l’andazzo riguarda tutte le regioni italiane (seppure con le dovute differenze). Ad affermarlo è il rapporto OsservaSalute 2015, un’analisi dello stato di salute della popolazione e della qualità dell’assistenza sanitaria nelle regioni presentata al Policlinico Universitario Agostino Gemelli di Roma.

 

Laura Cuppini, «Per gli italiani cala l’aspettativa di vita», Corriere della Sera, 26 aprile 2016

 

 

La risposta in un pixel

 

«Quanto a lungo possiamo vivere? Diciamo subito che la demografia non risponde alla domanda sulla lunghezza biologica della vita, cioè sul numero massimo teorico di anni per i quali ciascuno di noi sarebbe «programmato a durare» sulla base delle caratteristiche fisiche, genetiche, antropologiche della specie alla quale appartiene. Piuttosto, a prescindere da tale valore, la disciplina fornisce una misura del tempo mediamente trascorso in vita dagli individui di una certa generazione, sulla base delle condizioni di sopravvivenza osservate statisticamente in un certo periodo di tempo e della diversa esposizione ai rischi di morte. Tale misura fornisce una stima della aspettativa o speranza di vita e, per ciascuna età, risponde a questa domanda apparentemente semplicissima: quanti anni restano da vivere agli individui che hanno raggiunto una data età? La risposta deriva dalla costruzione di uno strumento tecnico-analitico non certo semplice e tuttavia imprescindibile per la demografia: la tavola di mortalità.

Le tavole di mortalità servono per studiare la sperimentazione dell’evento «morte » nel corso della biografia degli individui. Per la sua costruzione è necessario disporre della serie delle probabilità di morte qx per ogni età x calcolate mettendo in relazione eventi (decessi osservati) ed esposti al rischio (sopravvissuti osservati ai vari compleanni).

L’indicatore di sintesi più importante della tavola di mortalità è la speranza di vita alla nascita, interpretabile come il numero di anni che un neonato può attendersi di vivere, nell’ipotesi in cui sia esposto nel corso della sua vita ai rischi di morte (o, viceversa, alle condizioni di sopravvivenza) descritti dalla tavola di mortalità. Questo indicatore deriva da un processo di stima basato sul numero di «anni vissuti» complessivamente da tutti i componenti della popolazione.»

 

Per saperne di più: Pixel Demografia

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